
ora più che mai, il mio pensiero va alle bambine di Bonakal. In una situazione
come quella attuale, che coinvolge il mondo intero e vede nel distanziamento
sociale l’arma più efficace, la realtà di Shanti Nilayam mi preoccupa perché lì
si vive a stretto contatto gli uni con gli altri, e perché lì ci sono
problematiche maggiori.
e sul progetto, ma ignara di come potesse essere vivere questa esperienza in
prima persona.
accogliere bambine affette da gravi disabilità fisiche e mentali, e noi
fisioterapisti ci occupiamo di valutare le bambine, trattare le varie problematiche
ai fini di migliorare la loro qualità di vita e formare il personale presente
nella struttura per poter svolgere questi trattamenti, anche in nostra assenza,
in modo da garantire alle piccole ospiti una continuità a lungo termine.
alcuni semplici gesti della vita quotidiana, come spostarsi autonomamente o
portare il cibo alla bocca, possono risultare, per loro, estremamente difficoltosi. Nonostante tutto, però, io credo in
questo progetto e sono convinta che, lentamente, possa portare i suoi frutti.
fisioterapista si vive tutta la giornata insieme alle bambine e alle suore che
gestiscono la casa e, alla fine, nonostante le barriere linguistiche a
culturali, si crea un forte legame. Grazie a queste bambine ho riscoperto
l’importanza della comunicazione non verbale: a volte bastano piccoli gesti,
degli sguardi per riuscire a comprendersi.
Fisioterapista